Anthony Mann – T – Men

Contrasti abbaglianti di chiaroscuro. Mann noir. 

Illuminazione deviante per tagli e angolazioni accentuati.

Buio – luce. Bagliori improvvisi, sorprendenti. Riverberi notturni.

E la notte s’incendia. Il fuoco che tutto avvolge -Raw Deal-. La lampada che oscilla impressionante sul volto del debole picchiato -Desperate-. Scenografie d’interno, mai statiche, in un fluire continuo, come in un movimento costante. Interni come esterni. Le sedie e i tavoli come rocce di montagne nel vuoto e tenebroso bar dello scontro finale -Railroaded-

I grattacieli come canyon metropolitani nella fuga-rincorsa tra auto, ritmo serrato, -Side Street-.

Morti agghiaccianti e macabre – dolcezza e violenza – come nel bagno turco  – T- Men – o nel campo tra i solchi di terra con il mostro meccanico che uccide – Border Incident -.

Mann. La straordinaria semplicità di risolvere un complesso piano sequenza per mostrare l’arrivo di un cavaliere (che corre orizzontalmente in profondità di campo) da un totale del paesaggio esterno fino all’ angusto interno ripreso dall’alto a perpendicolo con un geniale movimento di macchina – Reign of Terror –

 

Francesco Ballo, Il cinema noir di Anthony Mann, 1994, Q. ART92 Editore

 

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