Videozero 1999 – 2015 al Milano Film Festival

Questa 17a edizione di Videozero risulta storica, perché, grazie all’Accademia di Belle Arti di Brera, alla Fondazione Rivoli2 e al Milano Film Festival, insiemecon gli autori presenti quest’anno  viene data l’opportunità al curatore di ripercorrere l’esperienza di Videozero e di alcuni filmmaker le cui opere appartengono oramai a un’altra epoca, essendo state mostrate fin dalla prima rassegna del 1999. Autori che partecipando a Videozero hanno iniziato il proprio itinerario nel campo cinematografico e artistico e hanno reso importante questa stessa rassegna in modo determinante. Questa manifestazione offre la visione di oltre 5 ore di opere di studenti e di ex-studenti di Brera, raccolte da me e dai miei collaboratori nel corso di diciassette anni. Saranno presenti lavori anche dei primi anni di Videozero (1999, 2000, 2001), video il cui formato era ancora il VHS. Sarà interessante confrontare le sperimentazioni di quegli anni con quelle più recenti sia perchè i supporti sono cambiati sia perchè la ricerca estetica è sempre stata diretta ad approfondire e innovare. E ora vorrei riproporre quanto scrissi a proposito della prima rassegna del 1999, quando ancora i Dipartimenti di cinema e video non erano stati istituiti. Il mio insegnamento era allora Teoria e metodo dei mass media ed era l’unico che proponeva approfondimenti e analisi di film esaminati alla moviola. Un corso teorico che però ho voluto diventasse un proficuo incontro di filmmaker, dove si provava a inventare veramente qualcosa di diverso. “Per chi fa film o video fuori dagli apparati commerciali il punto nodale per comunicare agli altri sta nella distribuzione dell’opera, ancor più che nella sua stessa produzione e realizzazione. È necessario riuscire a presentare le proprie opere. Ecco perchèho voluto inventare Punto della situazione Videozero, un’antologia il più possibile completa di opere video degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Bisogna poter vedere e criticare i lavori audiovisivi. Intanto cominciamo a vedere qualcosa. So che in Accademia molti studenti adoperano il video. In Brera non vi sono ancora (spero per poco) mezzi e strumenti per riprendere e montare le opere audiovisive. Non c’è alcun laboratorio audiovisivo: né per la produzione né per la postproduzione. Così ho pensato di trovare un punto di comunicazione che diventi e rimanga annuale per dare agli studenti – che sono gli abitanti-fruitori primari di questa scuola – la possibilità di mostrare le proprie opere video confrontandosi tra loro e con gli altri. Presentare all’Accademia di Brera una rassegna di video realizzati dagli studenti (opere di fiction, video-arte, documentari, animazione)
significa verificare una specie di inventario per nuovi linguaggi. Significa essere in antitesi con la distribuzione tradizionale, contro l’ovvio sistema della comunicazione. In questa prima rassegna
vengono presentati i video di quegli studenti che hanno voluto esserci. Senza censure. Soltanto sulla quantità delle opere proposte da uno stesso studente ho operato una scelta di qualità. E così per la lunghezza dei lavori. Si passa quindi da riletture di video-arte a opere di mera fiction. Da un solo pianosequenza con macchina da presa fissa a un crogiuolo di inquadrature per soli due minuti. Questa rassegna è infatti aperta a ogni tipo di lavoro in video. E in parte determina la scelta di andare contro possibili e a volte inconsci metodi di censura: proprio in un’ epoca come questa in cui viviamo, dove la censura è prima di tutto delegata all’audience. Così incominciando da una mostra aperta si può presentare senza moralismi il punto della situazione per verificare quanto sia importante e già decisivo per i giovani esprimersi realizzando film e video.

16 aprile 1999”.

I video più antichi hanno un sapore di sperimentazione dura e pura quasi che il mezzo (VHS) fosse portato alle estreme conseguenze. Così si possono ammirare opere di Federico Bovo, Valeria Proserpio, Barbara Brugola, Gianluca Chinnici, Mattia Matteucci, Paolo Lonzi, Gabriele Fuso, Moira Ricci. In seguito i lavori di Linda Fregni Nagler, Paola Boioli, Enrico Verban, Rita Casdia, Stefania Rossi, Francesca Giganti, Andrea Cillo, Mattia Costa, Invernomuto, Lorenzo Casali, Andrea Bottazzini, Ilaria Pezone. E da ultimi Anna Sanna, Michela De Carlo, Francesco De Gaspari
e Luca Loreti. A proposito della diciassettesima rassegna Videozero (di quest’anno 2015) sottolineo che si articola in circa due ore, presentando ben ventiquattro lavori. A una prima visione ci si accorge che non sono contemplati video di finzione, perché ora non vengono realizzati nella pur semplice brevità narrativa. Oltre a performance e opere in stile documentario emergono video-diari e video-interviste con immagini volutamente misteriose.

Ricordo che Videozero è stato presentato all’interno di manifestazioni cinematografiche quali l’Associazione Cinematografica Pandora, il Torino Film Festival, le Strade del Cinema di Aosta, il Milano Film Festival, l’International Melzo File Festival. E in diversi spazi espositivi come il Centro Sociale BULK di Milano, il PAC di Milano, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, lo Spazio Lima di Milano, il Careof DOCVA di Milano, la Fondazione per l’Arte Contemporanea Rivoli2 di Milano e il Centro Polivalente della Biblioteca Comunale di San Vito Chietino (Chieti).

Milano 12 luglio 2015

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