Dopo Anna Karina, un’altra parte determinante della Nouvelle Vague se ne va con Jean Paul Belmondo

Dopo Anna Karina, un’altra parte determinante della Nouvelle Vague se ne va con Jean Paul Belmondo.È attore fondamentale per Jean Luc Godard nella prima metà degli anni ’60 con “À bout de souffle” (1960) “Une femme est une femme” (1961) e l’esplosivo Pierrot le fou (1965).Lavora con Melville in tre capolavori che lo mostrano sotto un altro apsetto recitativo e nel ’69 per Truffaut “La sirène du Mississipi” con Catrine Deneuve, dove mostra un personaggio timido e follemente innamorato.La sequenza che mi colpisce di più ogni volta che voglio ricordare Belmondo e Godard è proprio quella in “À bout de souffle” dopo circa tre minuti dell’inizio del film quando Belmondo, ladro e bandito si trova alla guida dell’auto che da Marsiglia lo porta verso Parigi. L’operatore Coutard in auto con Blemondo lo riprende mentre guida e questo cameracar senza stacchi, che si rivela come un piano sequenza innovativo, è un’inquadratura complessa poichè l’automobile va da sinistra verso destra, Belmondo guarda dritto davanti a sè e ogni tanto si rivolge guardando in macchina dicendo “Si vous n’aimez pas la mer, si vous n’aimez pas la montagne, si vous n’aimez pas la ville… allez vous faire foutre!”. Questa sequenza dimostra tutta una capacità espressiva nuova dello spezzare l’azione in corso rivolgendosi direttamente agli spettatori. Questo è il Belmondo di Godard. Strafottente, ma mai sopra le righe anche quando l’azione sembrerebbe portarlo.Belmondo è un attore totale, poliedrico che può interpretare il bandito. volutamente deviante di Godard come il prete timido e quasi passivo di “Léon Morin, prêtre” di Melville e l’appassionato protagonista de “La sirène du Mississipi” per Truffaut.

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