Francesco Ballo a FILMMAKER

È una profonda curiosità a muovere gli esperimenti di Francesco Ballo, ieri come oggi. O forse, meglio ancora, è quella capacità di meravigliarsi sempre di fronte al dispiegarsi della realtà, quel thaumazein che diede origine alla filosofia in Grecia.

«Non pensare, osserva!» scriveva Wittgenstein, convinto che tutto si trovasse già a nostra disposizione e che il vero esercizio da fare fosse quello di eliminare l’ovvietà con la quale ci assopiamo quotidianamente, in modo da poter guardare al mondo con gli occhi aperti. Solo allora capiremmo quanto ancora abbia da dirci e che in realtà di ovvio non c’è proprio un bel niente. […]

Tra immagini vecchie e nuove, formati di ripresa differenti (MiniDV e 4K) scorrono gli esercizi sulla sparizione (Riverberi di freddo), le capacità primitive del segno (Selva), una domanda sul passato e l’identità (Accostare), una rapsodia di linee di confine (“Nuovo” Ortogonali) e altro ancora, fino al cielo all’imbrunire che chiude l’ultimo frammento di Esperimenti (Raccolta 14).

Nell’indugiare sulle punte degli alberi, tra interno ed esterno, possiamo cogliere cosa sia il cielo se accanto non abbiamo alcun riferimento terrestre? E allora, sia: perdersi con Ballo per scoprire di nuovo la ricchezza del nostro bistrattato mondo, fonte inesauribile di forme, elementi, colori, vita. (Lucrezia Ercolani)

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